domenica 14 dicembre 2008

Scuola Gen3 a Vinor - Rep. Ceca

Conoscenza del significato della Chiesa, del suo passato, presente e delle sue attività

Talvolta si può passare un fine settimana con ragazzi dai 10 ai 16 anni soltanto all’insegna del gioco e del divertimento. È sicuramente buono e i ragazzi ne hanno bisogno. Ma si può anche unire a tali momenti la conoscenza di persone e ambienti interessanti: proprio questo è stato il programma della nostra scuola gen 3 a Vinor...

Parole vive
Appena terminato il campeggio estivo dei ragazzi gen 3, tutti entusiasti, è nata l’idea di utilizzare per loro il lungo fine settimana intorno al 17 novembre [festa nazionale in Repubblica Ceca]. Come luogo d’incontro dei ragazzi provenienti dalla Boemia e dalla Moravia, abbiamo scelto Vinor [circoscrizione di Praga nella quale è sita la cittadella Patto].
Abbiamo iniziato con l’estrazione di Parole di vita. Ognuno riceveva un cartoncino con una frase presa dal Nuovo testamento come “non temete”, “date e vi sarà dato” oppure stralci dalle Beatitudini. Quindi ha cercato nella Bibbia il contesto al quale era legata la propria frase, spiegando in seguito a tutti come l’aveva capita e come aveva deciso di viverla.
Al termine della scuola ognuno ha raccontato come è riuscito a viver la sua Parola e quali esperienze ne sono state il frutto.

Conoscere la Chiesa
Meta del fine settimana è stato conoscere bene la Chiesa del passato e del presente. Il sabato sera abbiamo parlato del significato della Chiesa, di come è stata fondata, del significato dei vescovi e del papa, ma anche del fatto che tutti la formiamo e ci impegnamo di esserne parte integrante. Alla domanda su come dovrebbe essere la Chiesa del futuro, uno dei presenti ha risposto: “Penso che dovrebbe essere qualcosa simile a quello che viviamo qui, una comunità e una vera famiglia.”
Si è spiegato, quindi, che la Chiesa ha cominciato per prima a curarsi dei poveri e degli ammalati, ha iniziato a costruire ospedali, case per i poveri, banche, ha aiutato i giovani o anche ha sostenuto con le sue attvità lo sviluppo della scienza, della cultura e dell’arte.
Il giorno successivo siamo andati a conoscerla al centro di Praga: coi nostri occhi ne abbiamo ammirato la bellezza, il passato e il presente.
Nell’istituto delle suore della Carità di san Carlo Borromeo abbiamo accompagnato le persone a messa. È stata l’occasione di conoscere la vita di coloro che ogni giorno lavorano per gli ammalati, ma anche di visitare i malati, parlare con loro e dare un po’ di gioia, magari con una canzone. Dopo la messa, una suora ci ha parlato di una loro consorella, madre Vojtecha Hasmandova, della quale è in corso il processo di beatificazione.

Il castello e il cardinale come non lo conosciamo
Un’altra fermata, dentro il castello di Praga, è stata la cattedrale, che ci ha fatto respirare la storia passata. Con sacra ammirazione abbiamo percorso il suo interno, considerando quei luoghi così importanti per il popolo ceco e per la sua storia: la cappella di san Venceslao, le tombe dei santi, dei sovrani e dei più recenti arcivescovi. Tutto diceva che la Chiesa è sempre stata qui, che sempre ci sarà e che ha avuto un ruolo importante per il nostro popolo.
Nella cappella del palazzo arcivescovile ci attendeva già il cardinale Miloslav Vlk. Abbiamo iniziato con una preghiera in ginocchio e subito ci è saltato all’evidenza ciò che nella nostra vita è più importante.
Ci siamo quindi presentati, esponendo brevemente il nostro programma di voler conoscere la Chiesa da diversi punti di vista. Son seguiti dei momenti molto belli, nei quali il cardinale ha risposto alle domande che i ragazzi avevano preparato. Come ha scoperto la vocazione al sacerdozio, come è diventato vescovo e cardinale, poi ci ha raccontato alcuni episodi della sua vita, come ha vissuto nel periodo della dittatura, quando lavava i vetri, cosa significa per lui il Movimento dei Focolari e Chiara Lubich. È stata quindi la volta di domande più tipiche dei ragazzi: che gusto di gelato preferisce? per quale squadra di calcio e di hockey fa il tifo? ha mai avuto animali domestici? quanto guida veloce il suo autista? ha avuto paura qualche volta nella vita? vorrebbe essere papa?... Il cardinale ha risposto ad ogni domanda in modo molto semplice e appropriato. L’ultima domanda è tornata ad essere più seria. Petr della Moravia chiede: “Ha paura della morte?” Con molta tranquillità e serietà ha risposto di non aver paura ma, anzi, di attenderla.
Alla conclusione il cardinale ha detto: “Ragazzi, devo dirvi ancora una cosa che ho in cuore.” Tutti han fatto silenzio e hanno ascoltato con attenzione. “Sono convinto che fra di voi qualcuno ha una vocazione, qualcuno che Dio chiama ad una vita religiosa o sacerdotale. Quando sentite che Dio vi chiama, non abbiate paura di seguirlo... Ricordatevi delle mie parole, abbiate coraggio.”
Per tutti sono stati momenti straordinari, momenti di dialogo con qualcuno che prima ci sembrava serio e lontano. Uno dei ragazzi ha detto: “Non credevo che avrebbe risposto anche alle nostre curiosità di ragazzi, me ne vanterò con gli amici.” Un altro: “Mi ha colpito molto quello che ha detto, è un uomo giusto, lo stimo e pregherò per lui.”

Aiuto ai più poveri
Alcuni ragazzi più adulti sono andati dalle suore di Madre Teresa. A Praga c’è un gruppo di cinque suore le quali, come altrove nel mondo, si occupano dei più poveri. Le abbiamo visitate domenica pomeriggio quando, dopo la messa, invitano i poveri al pranzo preparato per loro. In casa era ammesso solo chi dimostrava, attraverso un esame, di non aver preso alcool. Quando siamo arrivati noi, stavano entrando gli ultimi. Tutta la stanza si è riempita di senzatetto. Dopo la preghiera comune, è iniziata la distribuzione dei pasti per le circa 90 persone presenti. I ragazzi portavano i piatti ai tavoli, preparavano il pane, lavavano le stoviglie. È stata una forte esperienza vedere con quale gratitudine i diversi tipi di persone accolgono l’aiuto delle suore di madre Teresa. Abbiamo così potuto conoscere senza pregiudizi quelle persone che in altri momenti vediamo solo per le strade della città.
Abbiamo avuto anche la possibilità di chiedere qualcosa ad una delle suore sulla vita del loro ordine: “Perché ha deciso di aiutare gli altri in questo modo?” La suora ha raccontato che già nell’infanzia si sentiva attratta dal servizio ai poveri. “È vero che non avete neanche la lavastoviglie?” chiede uno dei ragazzi. “Sì, non possiamo avere una ricchezza più grande di quella che hanno i poveri. Non abbiamo la lavatrice perchè i poveri non l’hanno, non abbiamo computer, televisore... Abbiamo solo il telefono perché la gente possa chiamarci per chiederci aiuto.” Ci ha poi detto che alcuni tra i senzatetto hanno creduto in Dio e si stanno preparando al battesimo. Ogni settimana le suore tengono un programma spirituale per i poveri, durante il quale pregano con loro, cantano, leggono letture spirituali. “Come possiamo aiutarvi?” “Abbiamo bisogno di due mani: aiuto e preghiera...”
Siamo partiti con la profonda impressione di non dover essere impassibili verso i poveri attorno a noi.

La varietà della vita della Chiesa
Il gruppo di ragazzi più piccoli ha visitato a Praga il convento degli Agostiniani, nel quale vivono religiosi provenienti da quattro nazioni, che aiutano i poveri, gli ammalati e lavorano con gli studenti. Anche loro ci hanno raccontato della loro vita in convento e della vita di preghiera.

A sera si sono presentati ai ragazzi i loro amici un po’ più grandi: i gen 2. Hanno raccontato esperienze concrete mostrando anche delle foto di alcune loro attività. È stato molto interessante, tanto che qualcuno diceva che già attende di crescere un po’ per diventare gen 2.

Tutto il giorno ha preso l’aspetto di un mosaico con diverse immagini della vita della Chiesa: il passato e il presente, l’aiuto ai poveri e indigenti, l’incontro con il cardinale, la vita in un ordine religioso ma anche l’esempio degli amici più grandi. Per tutti ci sono state molte occasioni di sprone a riflettere e imitare. Tutti siamo infatti parte integrante di una Chiesa come di una grande variegata famiglia.

Jan Vratny (Ivo)

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